In un’ottica di medio periodo la sostenibilità viene prima del profitto. A dirlo, lo scorso agosto, 181 CEO delle più grandi società americane – dalla A di Amazon alla W di Walmart – riuniti nella Business Roundtable.
In questo ambito cosa divide le multinazionali dalle piccole e medie aziende? Principalmente due fattori: abilità nel marketing e consapevolezza.
Proviamo a capire, intanto, cosa si può collocare sotto il cappello della sostenibilità.
A livello di sistemi di gestione due sono i capisaldi:
- la certificazione ISO 14001, che stabilisce i requisiti di un sistema di gestione ambientale;
- lo standard SA 8000 (dove SA significa Social Accountability) con un focus su diritti dei lavoratori e condizioni di lavoro.
Da alcuni anni esiste anche in Italia la possibilità di certificare la propria azienda come B Corp (o B Corporation), misurando il proprio valore d’impresa anche in relazione all’impatto che si crea sul territorio, sulle persone e sull’ambiente.
Altrettanto importanti, e sempre più diffuse, le certificazioni di filiera, che tracciano l’origine delle materie prime e i prodotti che ne derivano. Tra queste:
- i marchi FSC e PEFC, relativi al legno e ai suoi derivati (compresa la carta), una garanzia contro la deforestazione selvaggia;
- il marchio GRS, che identifica prodotti tessili che provengono da materiali riciclati;
- il marchio Plastica Seconda Vita, dedicato a materiali e manufatti ottenuti dalla valorizzazione dei rifiuti plastici.
Pensiamo poi all’ambito della certificazione BIO: per le aziende agricole, per quelle della filiera agroalimentare e, non da ultimo, per i prodotti tessili.
O alle sfide nel comparto dell’edilizia: utilizzo di materiali riciclati, isolamento termico, efficienza energetica degli edifici e degli impianti, con le relative certificazioni.
Codice Etico, Codice di Condotta e Report di Sostenibilità (quest’ultimo in particolare per Enti Pubblici e Multiutility) sono i documenti che riassumono impegni presi e risultati ottenuti in materia di sostenibilità, favorendone la condivisione con dipendenti, clienti e fornitori.
Adesso avete tutti gli elementi per capire quanta sostenibilità c’è già nelle vostre aziende e quanta ancora potrebbe essercene.
Siete interessati a implementare uno di questi strumenti? O volete soltanto saperne di più? Contattateci.