È una delle cose belle del ponte di Pasqua: staccare dal lavoro e accorgersi che fuori è primavera, godersi giornate più lunghe e un sole che scalda.
Con questa speranza quanti di voi oggi hanno consultato una delle tante App dedicate al meteo? Credere o non credere alle previsioni che annunciano pioggia, soprattutto al Nord, Pasquetta ahimè compresa?
Viviamo in un’epoca in cui siti e app dedicati alle previsioni del tempo sono uno dei contenuti più cliccati del web. Parliamo di un’audience che oscilla tra i 30 e i 35 milioni di utenti al mese, con le punte più alte in prossimità delle festività e dei mesi estivi (dati ufficiali Audiweb).
Dietro a questi siti si muove un business milionario, basato sulla possibilità di geolocalizzarci e proporci dunque inserzioni con un alto grado di personalizzazione; meccanismo ben spiegato da questo interessante articolo: Come il meteo si è mangiato internet (e non solo).
Credere o non credere, dunque, all’attendibilità delle previsioni che danno pioggia a Pasqua e Pasquetta?
Una risposta confortante ci viene dal sito dell’Aeronautica Militare, che ha provato a verificare a posteriori il successo delle sue previsioni riferite alle 72 ore successive. Risultato? Le previsioni di pioggia sono le meno affidabili e si avverano con una probabilità che oscilla tra il 60% (nelle prime 12 ore) e il 50% (nelle ultime 12 ore). Le previsioni di sole (o perlomeno di “non pioggia”) sono più affidabili e ci azzeccano nel 90% dei casi.
Che sia pioggia o sole, vi auguriamo di cuore una Pasqua di serenità!
A partire da questi numeri, proviamo a condividere qualche ulteriore considerazione.
È fuor di dubbio che gli uomini sono più soggetti al rischio di morte o infortunio sul lavoro. Questo a causa di una loro maggior presenza in settori critici, come l’edilizia e le costruzioni, l’agricoltura e l’industria pesante.
È altrettanto vero che l’esposizione al rischio sul lavoro, analizzato al femminile, presenta delle specificità significative, associate anche ai diversi ruoli sociali di uomini e donne. Proviamo a elencare queste specificità.
1. Alta incidenza degli infortuni in itinere tra le donne
Il dato relativo agli infortuni in itinere è una costante negli anni, con un’unica significativa inversione di tendenza nel biennio 2020/21, grazie a un massiccio ricorso allo smart working durante il Covid. Ed è un dato che contrasta con la proporzione generale degli incidenti stradali in Italia, che coinvolge più gli uomini che le donne.
È probabile che la necessità di mantenere un equilibrio tra dimensione professionale e vita familiare pesi molto di più sulle donne che sugli uomini, con un’inevitabile ripercussione a livello di stanchezza proprio negli spostamenti casa-lavoro.
In questo senso misure come la flessibilità degli orari o il ricorso seppur parziale allo smart working (ad esempio per alcuni giorni alla settimana) potrebbero essere utili.
2) Esposizione al rischio nei settori della sanità e dell'assistenza
Il rischio di infortuni sul lavoro per le donne è fortemente collegato a settori come la sanità e i servizi di assistenza, dove la componente femminile rappresenta una risorsa preziosa e insostituibile.
Gli anni del Covid hanno dimostrato in modo inequivocabile questo legame. Il 70 % degli infortuni da contagio sono infatti riferibili alle donne. Ma al di là della dimensione fisica, le donne sono maggiormente esposte anche a nevrosi, disturbi da stress lavoro-collegato e rischio di burn-out, dimensioni fortemente correlate alle professioni cosiddette “d’aiuto”.
3) Violenza e aggressioni sul lavoro
Esiste un rischio di violenza e aggressioni sul lavoro, molto più significativo verso le donne che verso gli uomini.
Le lavoratrici vittime di aggressioni o violenze (per esempio da parte di pazienti o loro familiari nei confronti di operatori sanitari, da studenti nei confronti di insegnanti, fino ai rapinatori in banche o uffici postali) rappresentano nel 2022 (ultimo dato disponibile) il 2,6% di tutti gli infortuni femminili avvenuti in occasione di lavoro. Una percentuale apparentemente piccola che però corrisponde a più di 6000 casi in un anno.
Siete interessati al tema della valorizzazione lavoro delle donne, con tutto quello che comporta in termini di tutela e conciliazione tra vita professionale e vita familiare?
La certificazione della Parità di Genere secondo la norma PdR 125:22 può aiutarvi in un percorso di questo tipo. Per avere ulteriori informazioni, contattateci scrivendo a info@nicolettieassociati.it.