C’è un’azienda pordenonese che in questi ultimi decenni ha reinventato l’idea stessa di bagno, trasformandolo da locale di servizio a luogo del benessere, da arredare con passione e cura per il singolo dettaglio.
Parliamo di Artesi, che ha festeggiato nel 2020 i suoi 30 anni da leader nel settore dell’arredo bagno, degli accessori e dei box doccia.
A guidarla, come amministratore delegato, è una donna, Clara Verardo, che nell’impresa di famiglia lavora fin dalla fondazione e ne ha seguito la crescita e l’evoluzione in un arco di tempo complesso e sfidante per qualsiasi realtà imprenditoriale, soprattutto in ambito manifatturiero.
A lei abbiamo chiesto di raccontarci come Artesi ha vinto le sfide del passato e si prepara a quelle del futuro.

Può raccontarci le principali tappe della storia dell’azienda, evidenziando quali sono state, a suo giudizio, le scelte strategiche e vincenti?
Artesi viene fondata nel 1990 a Sacile, come impresa familiare guidata da mio padre, e fin da subito mette a frutto l’esperienza e la tradizione locale nella lavorazione del legno applicandola al settore specifico dell’arredobagno.
Già nel 1993 ad Artesi si affianca Ardeco. Le due aziende crescono in parallelo e si distinguono per il diverso stile delle collezioni che propongono: più legata al design contemporaneo Ardeco, più attenta al gusto classico Artesi. Gli anni 2000 segnano una prima svolta: ai mobili si aggiunge la creazione di complementi e accessori: pareti attrezzate, scaffalature ed elementi in metallo, specchiere e altri oggetti, sempre per il bagno.
Nel 2010 rispondiamo alle difficoltà della crisi economica con un’ulteriore innovazione: nasce Agha, che in lingua friulana significa “acqua”, il marchio che contraddistingue la produzione di cabine, piatti e pareti doccia. Nel 2018 abbiamo fuso le aziende e riunito i tre brand all’interno di Artesi.
L’aspetto vincente della vostra strategia di sviluppo non è stato soltanto quello di arricchire e completare l’offerta di prodotti relativi al bagno da un punto di vista commerciale. C’è un qualcosa di più, ce lo spiega?
Sì. L’idea che ci ha guidato in questa evoluzione è quella di progettare e proporre un ambiente bagno completo e coordinato, capace affermarsi come un luogo centrale nella casa proprio per la sua funzione di cura e benessere della persona.
Questo approccio ha comportato un grande sforzo di ricerca e sperimentazione a livello di lavorazioni. L’obiettivo è stato fin dall’inizio quello di ottenere unità di stile e colori, pur su materiali e finiture diverse, per far in modo che all’interno dello spazio bagno i diversi elementi possano integrarsi e coordinarsi tra loro fin nei dettagli.

In Artesi l’amore per il design si coniuga con un’altissima attenzione per la qualità del prodotto. Cosa comporta in termini di gestione dei processi produttivi?
In tutta la sua evoluzione Artesi conferma la sua vocazione di azienda manifatturiera a ciclo completo. Qui da noi entrano il pannello di legno o la barra di alluminio ed escono prodotti finiti. Garantiamo inoltre una filiera rigorosamente “Made in Italy” e una totale tracciabilità dei semilavorati che utilizziamo.
Nel 2018 abbiamo inaugurato il nuovo stabilimento, a Maron di Brugnera, sempre in provincia di Pordenone. 25.000 metri quadri al cui interno ospitiamo tutte le fasi del processo di lavorazione. Nei nostri reparti di segheria, verniciatura, assemblaggio e imballaggio abbiamo un alto tasso di automazione, applicati sia nel comparto mobili che nel reparto delle cabine doccia. Dei nostri quasi 100 dipendenti almeno 60 sono impegnati nella produzione. Nel corso degli anni abbiamo via via integrato un know-how di matrice artigianale, legato alla tradizione del nostro territorio, con macchinari e processi dove la tecnologia gioca un ruolo di primo piano, soprattutto a livello di controllo della qualità, rispetto alla quale siamo certificati Iso 9001.
Cosa significa per voi sostenibilità e come la declinate in termini di rispetto per l’ambiente?
In Artesi partiamo da un concetto generale di sostenibilità, che si articola in due punti: eliminazione degli sprechi e miglioramento della produttività. Questo approccio, condiviso con i dipendenti, comporta investimenti continui in formazione e si traduce nella stesura di manuali che riguardano aspetti etici e di responsabilità aziendale.
L’attenzione verso l’ambiente si concretizza poi naturalmente in una cura particolare nella scelta dei semilavorati e delle materie prime, a tutti i livelli. Faccio una veloce carrellata di esempi, relativi a diversi prodotti e lavorazioni. Per i mobili utilizziamo pannelli realizzati al 100% con materiale legnoso a bassa emissione di formaldeide, conformi ai limiti rigorosi del regolamento Carb 2, e per le finiture ci serviamo di vernici ecologiche. Sono stati introdotti diversi prodotti eco-sostenibili quali l’ecomalta per i rivestimenti e per i top, oppure il Reef, formato da vetroresine riciclate e riciclabili, per i piatti doccia e i piani dei mobili. Per le specchiere abbiamo scelto il Mirox A+, che garantisce una bassissima emissione di sostanze volatili. Infine, ultimo passaggio, gli imballaggi sono in cartone pressato e riciclato.
Passiamo dalla sostanza all’immagine. La vostra azienda ha investito e investe ancor oggi molto in comunicazione. Tra le intuizioni vincenti c’è stata anche quella di “partecipare” alla prima edizione del Grande Fratello…
Sì, nel 2001 con Ardeco siamo stati selezionati tra tante aziende per arredare il bagno del Grande Fratello. Fu un po’ una scommessa a occhi chiusi, perché nessuno all’epoca sapeva che tipo di risonanza avrebbe avuto la trasmissione. In realtà per noi la ricaduta in termini di visibilità e notorietà presso il grande pubblico fu enorme, proprio grazie alla novità e al successo del format televisivo.

Chiudiamo parlando di leadership al femminile. Cosa comporta per una donna essere amministratore delegato di un’azienda di medie dimensioni come Artesi?
Non è stato un cammino facile. Rispetto a un uomo a una donna è richiesto, almeno all’inizio, uno sforzo maggiore e una continua dimostrazione di risultati per veder riconosciuto il suo ruolo e la sua autorità. E questo vale non tanto all’interno dell’azienda, quanto nelle relazioni esterne, nei rapporti con i fornitori, con le istituzioni, con i clienti.
Conta molto anche il comparto in cui l’azienda opera, nel mio caso arredamento e arredobagno sono contesti tradizionalmente legati a una professione maschile, come la falegnameria, e gli interlocutori a tutti i livelli sono prevalentemente uomini. Ancora oggi di donne in ruoli dirigenziali se ne contano poche e questo dà un valore ancora più grande agli obiettivi raggiunti da Artesi.
