Approfittiamo della chiusura d’anno ormai vicina per fare sintesi di una serie di novità e scadenze che sono maturate in questi ultimi mesi ma entreranno in vigore e attuazione in gran parte nei primi mesi del 2023.
Ci riferiamo a tre temi che appartengono tutti, a pieno titolo, all’ambito dell’economia circolare. Ricordiamo che per economia circolare si intende un approccio alla produzione e al consumo di merci che punta ad estendere il più possibile il ciclo di vita dei prodotti e a ridurre di pari passo la produzione di rifiuti.
Veniamo dunque ai temi caldi, che sono:
1) Entrata in vigore, a partire dal 1° gennaio 2023, dell’obbligo di etichettatura ambientale sui materiali da imballo e pubblicazione delle relative Linee Guida da parte del Ministero dell’ambiente.
2) Pubblicazione (lo scorso 30 novembre) della nuova proposta di Regolamento da parte dell’Unione Europea in tema di imballaggi e rifiuti da imballaggio.
3) Entrata in vigore (lo scorso 4 novembre) del decreto del Ministero dell’Ambiente che disciplina l’End of Waste (ovvero la cessazione della qualifica di rifiuto) per gli inerti da costruzione o demolizione
Se siete interessati a uno di questi tre argomenti (e i primi due riguardano da vicino tutti noi, anche come cittadini e consumatori), potete leggere un breve approfondimento qui di seguito.
Obbligo etichettatura ambientale materiale da imballo
L’obbligo di etichettatura ambientale sui materiali da imballo non è una novità in senso assoluto. Dal momento che è stato introdotto in Italia a settembre 2020, con il D. Lgs 116/2020.
Di fatto l’entrata in vigore del provvedimento è stata sospesa e rinviata per ben tre volte e quindi fissata in via definitiva per il 1° gennaio 2023.
Trovate, tra le nostre news, una sintesi dei dettagli tecnici del provvedimento, nell’articolo Etichettatura ambientale sugli imballaggi: tutto quello che c’è da sapere, in breve! che vi invitiamo a leggere.
Nuovo Regolamento EU in materia di imballaggi e rifiuti da imballaggio
È stata pubblicata lo scorso 30 novembre, da parte della Commissione Europea, la proposta di un nuovo Regolamento in materia di imballaggi e rifiuti da imballaggi, che vorrebbe aggiornare e sostituire l’attuale normativa, rappresentata dal Regolamento 2019/1020 e dalla Direttiva 2019/904.
Ne avrete forse sentito parlare dai media in riferimento alla possibilità che venga vietato l’utilizzo delle care vecchie bustine di zucchero nei bar, così come di altri tipi di imballaggi monouso (ad esempio i mini-size di shampoo e sapone negli alberghi).
In pratica questo Regolamento introduce due elementi principali:
- una stretta ulteriore nei confronti del packaging monouso a favore di imballaggi o contenitori ricaricabili
- tassi obbligatori di inclusione di plastica riciclata nei nuovi imballaggi in plastica.
La proposta ha subito innescato un vivace dibattito, soprattutto da parte dei produttori. Potete leggerne una sintesi in questo pezzo del Sole 24 Ore dal titolo: Imballaggi: Bruxelles lancia proposta regolamento su riciclo e riuso. Industria Ue contraria.
Mettiamo a vostra disposizione anche il testo integrale del Regolamento in discussione.
Decreto End of Waste inerti da costruzione e demolizione
Dopo anni di attesa, il Ministero dell’Ambiente ha emanato lo scorso settembre, con entrata in vigore il 4 novembre, il decreto 152/2022 che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste, secondo la terminologia europea) degli inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti inerti di origine minerale.
Il decreto stabilisce i criteri in base ai quali questi materiali, sottoposti a opportune operazioni di recupero, cessano di essere qualificati come rifiuti per essere invece definiti “aggregati recuperati”.
Anche in questo caso l’aggiornamento della normativa ha portato con sé uno strascico di polemiche. In questo contesto ci preme però sottolineare questo aspetto: la qualifica di End of Waste si ottiene unicamente se il produttore (ovvero il gestore dell’impianto autorizzato al recupero) rispetta specifiche procedure, elencate nell’allegato 1 del decreto, che prevedono di applicare al ciclo di recupero di questi materiali un Sistema di Gestione della Qualità ispirato alla norma ISO 9001 e certificato da un soggetto terzo. Ulteriori semplificazioni sono previste per aziende certificate ISO EN 14001.
Per i produttori il termine per adeguarsi alla richiesta è di 180 giorni. Siamo dunque a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito alla procedura di certificazione.