Qual è la condizione delle donne che lavorano nella vostra azienda? Oggi è possibile misurarla, valutarla e farla certificare secondo la Prassi di Riferimento (PdR) UNI 125:2022 sulla Parità di Genere, pubblicata ufficialmente lo scorso marzo.
Di donne in azienda, donne in carriera, stereotipi, difficoltà e traguardi del lavoro al femminile abbiamo già parlato un anno fa in una news che è tra le più lette del nostro sito: Donne e potere: dalla politica alle aziende. Rilanciamo il tema perché ci sta a cuore e per segnalare questa novità.
La Prassi di Riferimento (PdR) UNI 125:2022 definisce le linee guida (potete scaricarle qui nella versione integrale) di un vero e proprio Sistema di Gestione per la Parità di Genere.
Come? Attraverso la selezione e l’adozione di un insieme di indicatori di performance relativi alla presenza e alla condizione femminile in azienda, la loro misurazione e rendicontazione, la definizione di un piano di miglioramento nel tempo.
Perché certificarsi o, comunque, guardare con attenzione a questi indicatori? L’implementazione di un Sistema di Gestione della Parità di Genere si inserisce in un quadro di novità più ampio.
Da un lato c’è la modifica, lo scorso novembre, del Codice delle Pari Opportunità: l’approvazione della Legge 162/2021 ha reso obbligatoria la rendicontazione sulla situazione dell’impiego maschile e femminile per tutte le aziende, pubbliche e private, con più di 50 dipendenti.
Dall’altro lato c’è uno stanziamento di 10 miliardi di euro all’interno del PNRR per lo sviluppo di politiche di inclusione sociale, compresa la valorizzazione del lavoro femminile. Grazie a questi fondi sono previsti per le aziende che certificheranno la Parità di Genere sgravi fiscali fino a 50mila euro e a premialità nella partecipazione a bandi italiani ed europei.
Proviamo ad approfondire il tema.
Dalla Legge 162/21 alla PdR UNI 125:2022
La Certificazione di Parità nasce come meccanismo di premialità per le aziende istituito all’interno della Legge 162/2021, all’articolo 5.
Le Linee Guida della UNI 125:2022 individuano gli aspetti chiave e gli indicatori per dare vita a un vero e proprio Sistema di Gestione della Parità di Genere la cui conformità può essere certificata da parte di un organismo autorizzato.
L’approccio è quello classico dei Sistemi di Gestione, ispirato alla logica Plan-Do-Check-Act, e fondato su 6 passaggi fondamentali: documentazione del Sistema, monitoraggio degli indicatori, comunicazione interna/esterna, audit interni, gestione situazioni non conformi, revisione periodica, miglioramento continuo.
L'obiettivo della certificazione
L’obiettivo finale della Certificazione per la Parità di Genere è la creazione di un ambiente di lavoro inclusivo delle diversità, in grado di promuovere e valorizzare il contributo delle donne alla crescita dell’organizzazione.
Per raggiungerlo è necessario intervenire a più livelli:
- sulle politiche aziendali
- sui processi
- sui linguaggi
- sulle pratiche organizzative
- sui comportamenti consci e inconsci delle persone
Questo obiettivo porta con sé un aumento della presenza femminile in azienda, maggiori opportunità di carriera fino ai vertici, parità di retribuzione, possibilità di conciliazione vita-lavoro.
Aree di intervento e indicatori
Per favorire la misurazione del grado di maturità di un’organizzazione rispetto alle pari opportunità, le Linee Guida della UNI 125:2022 hanno individuato 6 macro aree di valutazione. A ciascuna macro area è associato un pacchetto di indicatori e un peso specifico della macro area nella valutazione complessiva:
- Cultura e strategia (7 indicatori, peso 15%): misura la coerenza tra vision e valori dell’organizzazione e i principi della parità di genere
- Governance (5 indicatori, peso 15%): analizza il modello di governance e la presenza femminile negli organi direttivi e di controllo)
- Processi HR (6 indicatori, peso 10%): analizza le politiche di gestione del personale in relazione al ciclo di vita dell’organizzazione
- Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda (7 indicatori, peso 20%): analizza l’accesso neutrale ai percorsi di carriera e crescita interna
- Equità remunerativa di genere (3 indicatori, peso 20%): analizza la differenza retributiva, secondo una logica di total reward che considera anche compensi non monetari come l’accesso a sistemi di welfare e well-being
- Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro (5 indicatori, peso 20%): analizza la presenza di politiche a sostegno della genitorialità e la tutela delle donne che hanno figli in età prescolare o scolare.
Alcuni indicatori sono puramente qualitativi, ovvero ammettono come risposta un sì o un no. Altri sono quantitativi, ovvero prevedono una misurazione. A ciascun indicatore è associato un punteggio che, ponderato in relazione all’area di appartenenza, genera la valutazione finale. Soltanto un punteggio complessivo superiore al 60% permette di accedere alla certificazione.
È prevista comunque una semplificazione e una modulazione degli indicatori in relazione alla dimensione dell’azienda e al settore di appartenenza.
Vantaggi e premialità
La Legge 162/2021, all’articolo 5, stabilisce come premialità per le aziende che certificano la parità di genere uno sgravio sul versamento dei contributi previdenziali. Sono previsti anche stanziamenti per finanziare attività di formazione e assistenza a favore delle piccole e medie aziende che vogliono intraprendere il percorso di certificazione.
A questo si aggiunge una miglior valutazione in caso di partecipazione a bandi pubblici italiani o europei.
Rendicontazione sulla situazione dell’impiego maschile e femminile
Come già accennato, sempre la Legge 162/2021 ha reso obbligatoria la rendicontazione sulla situazione dell’impiego maschile e femminile per tutte le aziende, pubbliche e private, con più di 50 dipendenti (precedentemente la soglia dell’obbligo era fissata a 100 dipendenti).
Si tratta del rapporto biennale che le aziende pubbliche e private devono redigere in materia di parità di genere applicata a contratti, stipendi, formazione e promozioni. Le procedure di compilazione e invio sono in modalità telematica, attraverso il portale https://servizi.lavoro.gov.it, e per il 2022 prevedono la scadenza del 30 settembre, mentre nei bienni successivi sarà il 30 aprile. Le aziende sotto i 50 dipendenti possono compilare il rapporto su base volontaria.