Con l’estate ormai alle porte, e tanta voglia di vacanza nonostante la pioggia, oggi parliamo di norme e certificazioni specifiche destinate al mondo del turismo.
Perché è importante parlarne? Per almeno due motivi.
Da un lato la possibilità di qualificare l’offerta di servizi turistici, soprattutto in base a criteri di sostenibilità, è cresciuta velocemente in questi anni. Dall’altro lato il tema coinvolge senz’altro in prima persona gli operatori del settore – proprietari di piccoli o grandi alberghi, gestori di stabilimenti balneari, amministratori locali, enti pubblici di promozione turistica… – ma riguarda anche tutti noi, come clienti e consumatori
Turismo: una proliferazione di certificazioni
In un contesto caratterizzato da una proliferazione e frammentazione di sistemi di certificazione, di labelling (ovvero marchi di qualità) e di buone pratiche (potete farvene un’idea qui: A Guide Through the Label Jungle), abbiamo provato a individuare le iniziative che possiedono queste caratteristiche:
- riconoscimento internazionale della certificazione
- approccio plurisettoriale, ovvero possibilità di certificare sia le strutture ricettive, sia in senso più ampio le destinazioni (città, territori, valli…)
- approccio pluritematico, con focus equamente distribuito sugli aspetti di sostenibilità ambientale, sociale ed economica
- verifica di terza parte dei requisiti di sostenibilità certificati.
In questo senso a fare la parte del leone sono gli standard del Global Sustainable Tourism Council (GSTC), nato nel 2010 proprio con l’obiettivo di rappresentare il punto di riferimento internazionale per il settore. Poche settimane fa Siena è stata la prima città italiana a ottenere questa certificazione, con grande risonanza sui media.
Ti interessa saperne di più? Continua a leggere la nostra news.
Le tre certificazioni Global Sustainable Tourism Council
Il Global Sustainable Tourism Council è un’organizzazione non governativa nata nel 2007 su iniziativa dell’Agenzia Onu per l’ambiente e il turismo. Attraverso un lavoro di consultazione durato anni con gli operatori del settore, GSTC ha definito tre distinti standard di certificazione applicabili rispettivamente agli hotel, ai tour operator e alle destinazioni turistiche in generale.
In quest’ultima categoria, oltre a Siena (prima tra le città), tra il 2019 e il 2022 hanno già ottenuto la certificazione in Italia : la Valsugana, il comprensorio turistico del Tarvisiano, la Val d’Ega e la Val Badia.
Requisiti e indicatori richiesti per le certificazioni GSTC
È possibile scaricare dal sito GSTC (anche nella versione in italiano) gli indicatori e i requisiti di certificazione richiesti per hotel, tour operator e destinazioni turistiche.
In generale vengono considerati:
– requisiti di sostenibilità economica: comprendono l’analisi e il monitoraggio dell’impatto dell’industria turistica sull’economia locale (valgono soprattutto per certificare le destinazioni);
– requisiti di sostenibilità sociale: comprendono la salvaguardia dei diritti umani, condizioni di lavoro dignitose e opportunità di crescita professionale per gli operatori impiegati, tutela della salute e della sicurezza sia per gli addetti sia per i turisti, garanzia di accessibilità per le persone con disabilità;
– requisiti di sostenibilità culturale: comprendono la salvaguardia del patrimonio culturale sia nei suoi manufatti sia nei suoi aspetti immateriali (come cerimonie, riti, eventi);
– requisiti di sostenibilità ambientale: comprendono la tutela degli ecosistemi fragili e della fauna selvatica, la gestione consapevole delle risorse (acqua, energia, rifiuti, acque reflue, sistemi di trasporto).
Enti certificatori accreditati dal GSTC
In Italia c’è un unico ente di certificazione accreditato per il rilascio delle certificazioni GSTC in tutti e tre gli ambiti (hotel, tour operator e destinazioni turistiche): Vireo srl.
Vireo è una società italiana, con sede a Padova, specializzata in certificazioni tematiche a carattere ambientale.
Accessibilità dei servizi turistici: la novità della PdR 131:23
A dimostrazione del fermento che c’è in tema di certificazioni per il mondo del turismo, vale la pena citare una novità tutta italiana, in un ambito settoriale ma di grande importanza. Ci riferiamo alla UNI/PdR 131:23, ovvero la prassi di riferimento, promossa da Ministero del Turismo, Accredia e UNI, che contiene le “linee guida per la certificazione accreditata dell’accessibilità di strutture ricettive, stabilimenti termali e balneari, impianti sportivi”.
Pubblicata poche settimane fa, la PdR 131:23 ha l’obiettivo di “garantire a tutti l’accessibilità e l’uso delle strutture in condizioni di autonomia, comfort e sicurezza […] e di mettere i fornitori di questi servizi nella condizione di realizzare un’offerta inclusiva e accessibile a tutti, apportando se necessario le opportune azioni di adeguamento”.
Il testo della PdR 131:23 è liberamente scaricabile qui.