Capita sempre più spesso che arrivi, anche alle piccole e medie imprese, la richiesta di compilare un questionario di valutazione ESG a cui viene associato un rating di sostenibilità.
A proporlo o in qualche caso imporlo, sono in genere i clienti (quelli più grandi e strutturati) oppure le banche (spesso di fronte alla richiesta di un finanziamento).
Volete prepararvi al meglio a una richiesta di questo tipo che, presto o tardi, arriverà a tutte le aziende, anche alla vostra?
In questo articolo proviamo a spiegarvi:
- cosa si intende per “rating di sostenibilità”
- qual è il legame tra questionario ESG e rating di sostenibilità
- cosa serve per rispondere a un questionario ESG
- perché il vostro profilo di sostenibilità interessa così tanto alle banche e ad alcuni dei vostri clienti
- quale vantaggio potete ricavare da un buon rating di sostenibilità.
Che cosa si intende per rating di sostenibilità?
Un rating di sostenibilità è un sistema di misurazione delle prestazioni di un’azienda rispetto ai tre ambiti ESG (Environmental, Social, Governance). Gli ambiti ESG, lo ricordiamo, includono:
- criteri ambientali, ovvero come un’azienda si comporta e agisce nei confronti dell’ambiente e dell’utilizzo delle risorse naturali (è la E di Environmental);
- criteri sociali, ovvero come un’azienda gestisce le sue relazioni con dipendenti, fornitori, clienti e la comunità in cui opera (è la S di Social);
- criteri di governance, che comprendono i principi e valori guida di un’impresa, gli assetti e gli organismi aziendali, la gestione della leadership, i sistemi di controllo e organizzazione interni all’azienda, le politiche di retribuzione, il coinvolgimento degli stakeholder (se ancora il concetto non vi è chiaro, ne abbiamo parlato in modo approfondito in Governance d’impresa: l’esercizio del potere in azienda).
Un rating di sostenibilità (o rating ESG) misura il livello di maturità di un’azienda in questi tre ambiti e lo sintetizza in un giudizio sintetico che può tradursi in un vero e proprio punteggio o nell’assegnazione a una classe di merito.
Qual è il legame tra questionario ESG e rating di sostenibilità?
Per assegnare a un’azienda un rating di sostenibilità, occorre farle completare un questionario che comprende un set di domande riferite ai tre ambiti ESG.
Le domande possono essere di due tipi:
- QUALITATIVE, quando prevedono come risposta un sì o un no rispetto al fatto che un’azienda possieda o meno determinati requisiti.
Facciamo qualche esempio di domanda qualitativa: l’azienda si è dotata di un codice etico? il bilancio è certificato da una società di revisione esterna? esiste una politica aziendale anticorruzione? l’azienda possiede una certificazione ambientale? ai fornitori viene fatto firmare un codice di condotta? misurate i vostri consumi di energia?
- QUANTITATIVE, quando prevedono come risposta dei dati puntuali.
Ecco qualche esempio di domanda quantitativa: quanti sono i dipendenti? quanti uomini e quante donne? qual è il rapporto tra lo stipendio più alto e quello più basso? quali sono i vostri consumi di energia? quante sono le vostre emissioni dirette e indirette di CO2? quanta acqua utilizzate nei processi produttivi? qual è la % di materie prime di origine rinnovabile che usate? qual è la % di materie prime riciclate che usate?
Quasi sempre i questionari ESG tarano le loro domande in base alle caratteristiche delle aziende target.
Cosa significa? Che il questionario rivolto a un’azienda manifatturiera sarà diverso da quello destinato a un’azienda di servizi; quello destinato ad aziende sotto i 50 dipendenti sarà a sua volta diverso da quello pensato per aziende di medie o grandi dimensioni. In questo modo il punteggio che si ottiene permette, tra le altre cose, di confrontare il posizionamento di un’impresa rispetto alle altre della sua stessa categoria.
Cosa serve per rispondere a un questionario ESG?
Fondamentalmente due cose:
- una certa dimestichezza con il vocabolario della sostenibilità (non spaventatevi, ad esempio, se vi viene chiesto di misurare le vostre emissioni di CO2, secondo il metodo market based o location based!) ;
- la disponibilità di una serie di numeri, riferiti agli ultimi esercizi, che vanno oltre i classici dati di bilancio.
Rispetto a questo secondo punto, ovvero alla disponibilità dei dati, occorre sottolineare la necessità di coinvolgere nella raccolta delle informazioni diverse funzioni aziendali (che non sempre parlano tra loro in modo fluido!): dalle risorse umane all’ufficio acquisti, dalla produzione al commerciale, per citarne solo alcune.
Perché il vostro profilo di sostenibilità interessa a banche e clienti?
La risposta è semplice: perché l’evoluzione della legislazione europea spinge in questa direzione.
Alle grandi aziende, quelle oltre i 250 dipendenti, impone di misurare la sostenibilità della loro catena di fornitura (di cui voi siete un anello prezioso). Alle banche chiede di privilegiare investimenti in aziende con un alto profilo di responsabilità sociale e sensibilità per l’ambiente.
E, come un’onda di piena che scende a valle, queste pressioni e richieste arrivano infine alla vostra scrivania. Per la vostra azienda rappresentano solo un ulteriore mole di lavoro o possono diventare un’opportunità? Noi propendiamo per la seconda ipotesi!
Quali vantaggi potete ricavare da un buon rating di sostenibilità?
Ne elenchiamo almeno quattro:
- Riuscire a tenere sotto controllo una serie di indicatori che possono aiutarvi a migliorare sia l’efficienza dei processi produttivi, sia il clima aziendale.
- Trasformare il rapporto con i vostri clienti in un partenariato strategico sui temi della sostenibilità.
- Ottenere condizioni migliori nella trattativa con gli istituti di credito, riducendo talvolta i costi di finanziamento.
- Essere stimolati a investire nell’innovazione di prodotto, aprendo così anche nuove prospettive commerciali.
Da oggi, se vi trovate alle prese con un questionario ESG e non sapete da che parte prenderlo, non spaventatevi!
Contattateci a info@nicolettieassociati.it. Saremo al vostro fianco per rispondere in tempi brevi nel migliore dei modi possibili.