AAA: cercasi urgentemente leader determinati e competenti per guidare le aziende italiane, nel panorama di un mercato in continua e veloce evoluzione.
È questo il dato che emerge da un report di quest’anno di LHH, esperti nell’ambito delle risorse umane: ad oggi le imprese, in Italia, sono alla ricerca di executive attivi, soprattutto negli ambiti delle vendite, della finanza e della produzione.
Le figure professionali più richieste includono il sales manager, il finance manager e il plant manager, e molte altre posizioni manageriali.
Per quanto riguarda i ruoli di alto livello, ovvero la C-suite, il Chief Financial Officer (CFO) è il ruolo più ricercato, con il 38% delle richieste.
Le aziende stesse dunque devono oggi fare i conti con un mercato in continua e rapida evoluzione, la ricerca di personale qualificato e dinamico che sappia gestire tali cambiamenti e anche l’avvento (ormai non troppo recente) dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro.
Infatti, anche se la ricerca e lo sviluppo dell’IA esistono da diversi anni, il fenomeno è diventato di massa, quasi “pop”, il 30 novembre 2022, giorno in cui la startup OpenAI ha reso disponibile al pubblico ChatGPT, un chatbot gratuito capace di comprendere e generare linguaggio naturale.
Sono arrivati poi Gemini (di Google), Copilot (di Microsoft) e molti altri.
Intelligenza artificiale sul posto di lavoro: nemica o alleata?
Già nel 2020 il World Economic Forum aveva lanciato un report (il Future of Jobs Report) che sostiene che entro il 2025 l’intelligenza artificiale sostituirà circa 85 milioni di posti di lavoro, ma ne creerà 97 milioni di nuovi, più incentrati sulla creatività e sul pensiero critico (che l’IA non ha), lasciando all’intelligenza artificiale compiti, per esempio, di sintesi ed elaborazione dei dati.
Nel mondo dell’HR infatti, l’uso dell’IA non è una novità così recente: già post pandemia il modo di reclutare risorse umane è passato all’utilizzo sempre più frequente di strumenti come le call (al posto del colloquio in presenza), i test su piattaforme online e i più moderni ATS (Applicant Tracking System, piattaforme di recruting).
In effetti, l’IA offre diversi vantaggi nei moderni sistemi di gestione delle candidature:
- Migliora le attività del reparto HR, permettendo di elaborare una grande quantità di dati e accelerare lo screening dei curriculum, snellendo le fasi preliminari di candidatura e riducendo il numero di candidati da valutare.
- Con la sua oggettività e imparzialità, aiuta i selezionatori a evitare pregiudizi o discriminazioni, soprattutto nelle prime fasi del processo.
- Permette di valutare non solo le competenze tecniche ma anche le soft skills, analizzando ad esempio le registrazioni dei colloqui video.
Anche nell’ambito della formazione del personale l’intelligenza artificiale è di grande aiuto e consente di:
- Valutare le prestazioni individuali, dando dei veri e propri feedback, identificando punti di forza e debolezza dei lavoratori per migliorarne le competenze.
- Creare piani di apprendimento personalizzati, con risorse su misura per ogni professionista.
- Simulare situazioni pratiche per permettere un’esercitazione concreta e mirata.
- Offrire spunti di formazione e suggerimenti di letture e approfondimenti per continuare a crescere professionalmente.
Tuttavia, emergono anche dei rischi da non sottovalutare nell’utilizzo dell’IA in azienda, legati soprattutto al trattamento dei dati personali e alla privacy, che passano appunto anche “tra le mani” dell’intelligenza artificiale. Infatti, una regolamentazione efficace da parte dei governi per l’uso dell’IA in questo ambito è cruciale, per evitare, o perlomeno arginare, i rischi legati al furto o alla perdita di dati sensibili.
Sicuramente l’intelligenza artificiale può essere una buona alleata in azienda, ma un equilibrio tra innovazione e regolamentazione, è essenziale per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla tecnologia e non compromettere la sicurezza e l’equità nel mondo del lavoro. Non dimentichiamoci poi di alcune delle caratteristiche che ci rendono umani e che nessuna intelligenza artificiale potrà mai possedere: l’empatia, la comprensione dell’altro, la creatività e il pensiero critico.