Di fronte a una scelta importante, di vita o di lavoro, conviene affidarsi all’istinto o privilegiare la consapevolezza?
Il dilemma divide il mondo in due.
Sceglie l’istinto chi esalta intuito e rapidità di esecuzione; si schiera a favore della consapevolezza chi predilige profondità di analisi e ampiezza di comprensione.
Noi da che parte stiamo?
Ragione contro sentimento. Velocità contro lentezza. Platone contro Aristotele. Giovani contro vecchi… Che si parli dei massimi sistemi, o delle più umane frivolezze, le contrapposizioni piacciono, perché ci aiutano a semplificare la realtà. Spesso però la banalizzano.
Istinto contro consapevolezza non fa eccezione. Usciamo da questo schema. Invece di pensare a istinto e consapevolezza come spinte contrapposte, che si annullano in un tiro alla fune senza fine, proviamo a immaginarle come forze complementari, che si sommano e compongono.
L’istinto senza consapevolezza è cieco; la consapevolezza senza istinto è sterile. La loro sintesi innesca un circolo virtuoso che alimenta e potenzia entrambi. E all’origine di questa sintesi deve esserci una profonda e autentica fiducia in noi stessi.
La prossima volta, di fronte a una scelta importante, non chiedetevi se seguire istinto o consapevolezza. Trovate il coraggio di guardare dentro voi stessi; e non sbaglierete.