“Hai la testa fra le nuvole!”. Così si dice a una persona che sembra momentaneamente distratta. Ma siamo sicuri che avere la testa tra le nuvole sia sempre negativo? Potrebbe invece essere una manifestazione di quello che si definisce pensiero laterale.
Qual è l’importanza del pensiero laterale, nella vita e nei contesti professionali?
Proviamo a spiegarlo, descrivendo il suo contrario. Ad esempio quando siamo concentrati nella ricerca di una soluzione, e ci ostiniamo ad applicare schemi mentali rigidi, sbattendo la testa contro il muro. In questo caso corriamo un pericolo ben più grave di chi la testa ce l’ha tra le nuvole.
L’apertura mentale e il pensiero laterale (o casuale) sono spesso correlati a un atteggiamento svagato e distratto. Possiamo dire che ne rappresentano il risvolto positivo, perché permettono di vagare liberamente alla ricerca di collegamenti inesplorati. Inconsciamente ci conducono verso il nuovo e l’inatteso, dove a volte si nasconde la soluzione che cercavamo senza mai riuscire a trovarla.
Se ci facciamo caso, la creatività è una facoltà latente. Si manifesta meglio quando i nostri pensieri consapevoli si spengono poco a poco e lasciano spazio al pensiero laterale. Può accadere mentre passeggiamo, leggiamo, guardiamo un film: attività che diventano una fucina di idee e alimentano silenziosamente i nostri meccanismi più razionali.
In fondo la mente è strutturata per considerare realtà l’immaginazione, portandoci alla creazione di nuove fantasie. Naturalmente per concretizzare queste fantasie saranno essenziali focalizzazione, concentrazione e metodo.
La chiave sta nel conoscere questi due meccanismi complementari. E soprattutto nell’individuare, per ciascuno di noi, il giusto mix per trasformare i pensieri in successo!
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