Quando nelle più prestigiose business school si parla di leadership carismatica in tempi di crisi, c’è un nome che ricorre più di altri: quello di Ernest Shackleton.
Irlandese di nascita e marinaio per scelta fin da adolescente, contro la volontà paterna che lo voleva medico, Shackleton incontra il suo destino all’alba del ‘900 come esploratore polare in Antartide, in quelli che furono per gli Stati e per gli uomini che vi parteciparono gli anni d’oro della corsa ai Poli.
Un genere di avventura che per prestigio, importanza scientifica e sfida all’ignoto è paragonabile forse solo alla conquista della Luna negli anni ’60.
Volete seguire le tracce del nostro eroe nelle sue spedizioni verso l’estremo Sud, le sue vicissitudini per mare e tra i ghiacci? Potete leggere la bella biografia che è appena stata tradotta in italiano e si intitola semplicemente: Shackleton.
Scoprirete che la sua fama non è legata a una vittoria, bensì a una serie di cocenti sconfitte.
Per due volte Shackleton arriva vicino al suo obiettivo ma è costretto a fare marcia indietro; la terza spedizione, ancora più disastrosa, inanella una serie di errori che culminano nella perdita della nave, a dispetto del suo nome benaugurale: Endurance, ovvero Resistenza.
La vera, inaffondabile resistenza è quella dei 27 uomini dell’equipaggio, condannati ad attraversare una serie di peripezie da cui sembra impossibile poter uscire vivi: due anni di totale isolamento in balia di una natura che definire ostile è un eufemismo, per le insidie della banchisa, le temperature estreme, la violenza dei venti, la furia dei mari e, non da ultimo, il buio assoluto dei lunghi mesi invernali.
Eppure, a detta di tutti, Shackleton allora come oggi è il leader per eccellenza, quello a cui tutti vorrebbero affidare la propria vita nelle difficoltà, quello a cui tutti dovrebbero ispirarsi, a partire dagli imprenditori, nei momenti in cui sembra non esserci via d’uscita.
Cosa fa di Shackleton, suo malgrado, un’autentica fonte di ispirazione? Almeno 5 caratteristiche che ogni leadership dovrebbe possedere. Scopriamo insieme quali!
1) L’istinto dell’imprenditore
Prima ancora di essere uno straordinario marinaio ed esploratore, Shackleton ha la stoffa dell’imprenditore.
E la dimostra in diverse circostanze: nella scelta, visionaria per l’epoca, degli obiettivi da raggiungere; nella capacità di raccogliere personalmente, a costo di indebitarsi, gli enormi fondi necessari per finanziare le sue spedizioni, anche grazie a un innato talento per le pubbliche relazioni e la comunicazione; nell’efficace anticonformismo con cui seleziona gli uomini che lo accompagnano all’avventura.
Per dirla in breve: da vero leader ha sempre ben chiari vision, mission e mezzi necessari per realizzare imprese che mai nessuno prima è riuscito nemmeno a immaginare.
2) La capacità di costruire una squadra ben bilanciata
Shackleton si occupa personalmente di quello che noi chiamiamo il “recruitment” del suo equipaggio, dei suoi uomini. E lo fa con modalità che a volte sembrano bizzarre o addirittura superficiali: durante i colloqui chiede ai candidati di cantare una canzone, raccontare una barzelletta, improvvisare una danza.
In realtà, al di là dei curriculum e delle specifiche competenze, che non devono mancare ma si possono comunque ulteriormente allenare, da vero leader cerca in ogni persona soprattutto le attitudini, le caratteristiche profonde, quelle che oggi definiamo le “soft skill”. E lo fa nella consapevolezza di voler costruire una squadra ben bilanciata, dove non mancano ottimismo, allegria e spirito di gruppo.
3) La forza di cambiare i propri obiettivi
Battuto sul tempo nella corsa verso il Polo Sud, conquistato da Amundsen nel 1911, Shackleton immagina, organizza e intraprende una nuova sfida, ancora più ambiziosa: la traversata integrale dell’Antartide, un coast to coast da brividi.
La sua terza spedizione però è un sogno che svanisce ben presto nel dedalo di iceberg che gli impediscono perfino di mettere piede in Antartide. Intrappolato tra i ghiacci, perde la nave e si ritrova alla deriva con i suoi uomini e tre scialuppe d’emergenza sopra una piattaforma di ghiaccio destinata a frantumarsi e inabissarsi pezzo dopo pezzo inesorabilmente.
A questo punto Shackleton non perde né la speranza né la lucidità e resetta la sua mente verso l’unico obiettivo che conta, per quanto improbabile e inimmaginabile in quelle condizioni, portare in salvo tutti.
Non c’è in lui delusione, senso di sconfitta, sconforto o disorientamento per il sogno andato in frantumi. Da vero leader guarda al futuro, rimuovendo il peso del passato. Atteggiamento fondamentale in situazioni di grande incertezza, che impongono di rifocalizzarsi ogni giorno su nuovi obiettivi.
4) La capacità di gestire una squadra di fronte a difficoltà insormontabili
Shakleton non è impareggiabile solo come talent scout. Così come ha costruito il gruppo, con la stessa grazia e disinvoltura è capace di gestirlo in qualsiasi situazione.
I suoi segreti? Dare l’esempio: lavorare più degli altri e non far trasparire mai sentimenti di sconforto. Motivare chiunque al punto da riuscire a fargli superare quasi senza sforzo i propri limiti. Combattere l’inerzia e l’inclinazione dei singoli a isolarsi, inventandosi una disciplina e una routine di compiti anche durante i lunghi mesi di buio dell’inverno polare. Gestire i malumori e il rischio di rivolte, tenendo più vicini a sé i potenziali dissidenti, gli elementi più ribelli. Offrire sostegno e aiuto alle persone più deboli e in difficoltà, senza far pesare pubblicamente la loro debolezza o inadeguatezza.
5) Il senso di responsabilità
In molti si sono chiesti se Shackleton sia un esempio di egoismo, per il desiderio di gloria che è alla base delle sue spedizioni, o di altruismo, per l’abnegazione con cui ha portato in salvo tutti e 27 gli uomini del suo equipaggio.
In realtà a colpirci è il suo straordinario senso di responsabilità, nei confronti di sé stesso e degli altri. È questa qualità morale che gli permette di non mollare mai, di non arrendersi mai e soprattutto di non abbandonare nessuno.
Se un leader è soprattutto, secondo la definizione che ne dà Napoleone, “un venditore di speranze”, possiamo dire che Shackleton va oltre, perché riesce anche a non deludere mai le speranze di chi gli affida la propria sorte.
Volete saperne di più su Shackleton e il suo profilo di leader esemplare? Potete leggere questi approfondimenti:
Ernest Shackleton’s Lessons for Leaders in Harsh Climates
Leadership in Crisis: Ernest Shackleton and the Epic Voyage of the Endurance
Se vi appassionano i luoghi e i dettagli delle sue avventure, vi consigliamo questo sito dedicato alle ricerche e al ritrovamento della sua nave, la Endurance, avvenuto pochi anni fa, nel 2015: endurance22.com