L’Unione Europea ha lanciato una sfida ambiziosa con la Direttiva UE 2023/1791: rivoluzionare l’uso dell’energia e abbattere le emissioni di gas serra, entro il 2030.
La Direttiva è entrata in vigore il 10 ottobre 2023 e segna una svolta decisiva per le aziende europee, spingendole a fare dell’efficienza energetica una priorità.
“Fare di più, con meno energia”: l’efficienza energetica è davvero uno degli obiettivi cardine da perseguire in azienda, al giorno d’oggi, perché consente di ridurre al minimo gli sprechi e di produrre utilizzando la minor quantità di risorse energetiche.
Un obiettivo audace, per un’Europa sempre più green e sicura!
Il fulcro della Direttiva 2023/1791 si può riassumere in un obiettivo piuttosto ambizioso, cioè ridurre il consumo energetico dell’11,7% entro il 2030.
Ma non è soltanto una questione di numeri.
Vediamo il perché…
L’emanazione della Direttiva 2023/1791 rappresenta il tentativo concreto di costruire un’Europa sempre più green, sempre meno dipendente dai combustibili fossili, anche nell’attuale contesto geopolitico instabile.
Insomma, con questo nuovo strumento le imprese possono davvero dare il loro contributo per costruire un’Europa del futuro, che sappia gestire le proprie fonti energetiche in modo stabile, sicuro e sostenibile.
Le novità concrete che le imprese sono chiamate ad abbracciare sono, tra le altre:
- Obiettivi vincolanti di efficienza energetica: le aziende dovrebbero raggiungere un obiettivo complessivo di efficienza energetica del 40% entro il 2030;
- Audit energetici obbligatori per identificare aree di miglioramento: un’analisi approfondita dei consumi energetici dell’azienda, per individuare inefficienze e proporre soluzioni per un migliore utilizzo dell’energia;
- Standard di rendimento energetico, per monitorare e ottimizzare i consumi, secondo criteri più rigidi;
- Investimenti in tecnologie avanzate, per rendere edifici e impianti produttivi sempre più efficienti;
- Promozione delle fonti energetiche rinnovabili, nelle quali le aziende sono incoraggiate ad investire;
- Iniziativa “Onda di Rinnovamento”: il settore dell’edilizia è chiamato ad accelerare la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente secondo standard di rendimento energetico più elevati, riducendo il consumo energetico e le emissioni di carbonio.
Una sfida? Sì, ma anche un’opportunità
Sicuramente gli obiettivi definiti dalla nuova Direttiva UE rappresentano una sfida, soprattutto per le grandi realtà aziendali, eppure ciò rappresenta anche una grande opportunità di trasformazione.
Accelerare il passo verso politiche energetiche sempre più innovative, significherà non solo rispettare la legge, ma anche: cavalcare quest’ondata di cambiamento grazie a incentivi e finanziamenti; ridurre consumi e sprechi; tagliare i costi operativi; innovarsi dal punto di vista tecnologico; migliorare la propria immagine aziendale.
Va inoltre chiarito che la Direttiva 2023/1791 permette ad ogni Stato membro di adattare il testo legislativo alla propria realtà economica e sociale, per far sì che la transizione energetica si verifichi senza traumi, pur rimanendo fedeli agli obiettivi comunitari.
La virtuosa connessione tra Modello 231 e fattori ESG
Non si dimentichi poi, parlando di impatto ambientale, il rispetto del Modello 231 del 2001 a cui sono tenute le imprese, il quale, tra i reati aziendali cita anche gli illeciti ambientali.
Quali sono i punti di contatto tra il Modello 231 e i fattori ESG?
Premesso che i fattori ESG sono dei criteri ben precisi con cui si misura l’impatto ambientale ed etico di un’azienda, i punti in comune con il Modello 231 sono:
- E come Enviromental: dal momento che il Modello 231 prevede la responsabilità delle imprese in caso di reato ambientale, l’adozione di protocolli interni per prevenire illeciti ambientali, si allinea con il primo dei fattori ESG.
- S come Social: il Modello 231 prevede anche reati che le aziende possono commettere circa la sfera del benessere dei lavoratori. Questo si allinea al fattore S, cioè la tutela dei diritti dei dipendenti e la sicurezza in ambito lavorativo. Rispettare ciò significa adottare misure per garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso.
- G come Governance: il rispetto delle normative e procedure di governance etica in azienda, è presente nel Modello 231. Implementare tali misure significa stabilire sistemi di controllo interni, soprattutto contro la corruzione e a favore della trasparenza e della gestione etica.