La sostenibilità aziendale è ormai una delle parole d’ordine nel contesto economico attuale e le imprese sono sotto la lente d’ingrandimento per il loro impatto sociale e ambientale. L’Unione Europea ha deciso che il momento di concretizzare ancor più l’impegno verso questi temi è arrivato.
Con la Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), entrata in vigore il 5 gennaio 2023, sono state introdotte diverse novità, prima su tutte che il Bilancio di Sostenibilità diventa un documento di primaria importanza e obbligatorio per moltissime aziende.
In Italia il D.Lgs. 2024/125 riguardante la nuova Direttiva europea, è entrato ufficialmente in vigore il 25 settembre 2024.
Ma cosa significa tutto questo nell’attuale contesto economico?
E quali cambiamenti concreti si devono aspettare le imprese?
Ecco tutto quello che bisogna sapere sulla CSRD e sul nuovo volto del Bilancio di Sostenibilità (BdS).
La nuova era della sostenibilità in azienda
Per capire la portata della CSRD, bisogna prima conoscere il contesto. La nuova direttiva va a sostituire la precedente NFRD (Non-Financial Reporting Directive), alzando nettamente l’asticella: l’obiettivo è portare più trasparenza nelle informazioni ambientali, sociali e di governance (i cosiddetti criteri ESG) e dare agli investitori e ai clienti una fotografia chiara e affidabile delle aziende.
Ecco i cambiamenti principali che introduce:
- Più aziende coinvolte: oltre alle grandi aziende quotate, la CSRD riguarda anche le PMI quotate, le grandi imprese non quotate e le filiali UE di gruppi internazionali. Non rientrano invece nell’ambito di applicazione le microimprese, le PMI non quotate e le cooperative di grandi dimensioni.
- Più informazioni da fornire, tra cui: la descrizione del modello e strategia aziendali in relazione ai rischi connessi con la sostenibilità; i piani dell’impresa, che devono essere compatibili con la transizione verso un’economia sostenibile e con la limitazione del riscaldamento globale (in linea con l’accordo di Parigi), e non solo.
- Nuovi standard di reporting: con la CSRD nascono gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards), standard comuni e specifici per la rendicontazione di sostenibilità che tutti dovranno seguire. I report di sostenibilità dovranno quindi rispettare criteri precisi, rendendo le informazioni più chiare e comprensibili per tutti.
- Obbligo di verifica: una delle novità più rilevanti è la richiesta di una verifica esterna sui dati ESG, che dà al Bilancio di Sostenibilità lo stesso peso di attendibilità del bilancio finanziario.
- Doppia materialità: le aziende dovranno guardare in due direzioni: da una parte, come le loro attività influenzano ambiente e società; dall’altra, come i fattori ESG possono incidere sulla loro performance economica. Un’analisi completa, che rende il report un potente strumento strategico.
Bilancio di Sostenibilità: ora è davvero un pilastro fondante delle aziende
Con l’introduzione della CSRD, il Bilancio di Sostenibilità non è più solo un “nice-to-have” o uno strumento di marketing.
Diventa un elemento obbligatorio e fondamentale, che cambia il modo in cui le aziende dovranno operare e rendicontare i loro risultati.
Vediamo come:
- Nuova struttura del BdS: il Bilancio di Sostenibilità deve ora coprire aree specifiche con indicatori chiari su temi come le emissioni di gas serra, il consumo di risorse naturali, i diritti umani e la governance. Non basta più fare belle dichiarazioni: servono numeri e dati precisi.
- Integrazione nel bilancio annuale: il BdS diventa parte del bilancio aziendale, unendo le informazioni finanziarie e non finanziarie in un’unica visione della sostenibilità aziendale.
- Certificazione esterna: l’obbligo di revisione esterna rende il Bilancio di Sostenibilità una sorta di “certificato” delle azioni aziendali. Una sfida, certo, ma che porta in cambio maggiore trasparenza e credibilità.
- Doppia materialità in pratica: analizzare il rapporto tra attività aziendali, ambiente e società da un lato, e la loro ricaduta finanziaria dall’altro è un approccio che trasforma il BdS in una mappa per identificare rischi e opportunità, facilitando una pianificazione lungimirante.
Le Opportunità della CSRD, tra cui nuovi finanziamenti
La CSRD non è solo un insieme di obblighi, ma è anche un’opportunità per le aziende che sapranno coglierla, perché un’impresa che sa dimostrare il proprio impegno verso la sostenibilità guadagna fiducia agli occhi dei clienti e degli investitori.
Inoltre, le aziende che dimostreranno risultati in ambito ESG potranno accedere più facilmente a finanziamenti sostenibili, (come i Green bond o i fondi ESG) che stanno diventando sempre più richiesti.
In conclusione, con la Direttiva europea si apre un nuovo modo di fare impresa, più responsabile e orientato al futuro e in questo senso, la CSRD potrebbe rivelarsi una vera e propria svolta per il mondo aziendale europeo: chi saprà anticipare e gestire questi cambiamenti potrà costruire un vantaggio competitivo che durerà negli anni.