Tra i vostri buoni propositi per il 2020, quelli che a metà gennaio puntualmente sono già archiviati, c‘è quello di impegnarvi a non procrastinare compiti e incombenze, soprattutto in ambito professionale? Allora queste righe fanno per voi.
Sul tema si è scritto moltissimo; due punti però ci sembrano utili, proprio nella misura in cui vanno controcorrente rispetto alle opinioni e ai consigli più diffusi.
Primo punto. La tendenza a procrastinare non riguarda la gestione del tempo (il cosiddetto time management), bensì il controllo delle proprie emozioni.
Secondo punto. In alcune specifiche circostanze procrastinare può diventare una virtù, tanto che alcuni studiosi hanno introdotto il concetto di “procrastinazione attiva”. Di cosa si tratta? Di un‘attitudine a dilazionare volontariamente la realizzazione di un progetto che favorisce l‘emergere di idee e soluzioni più innovative, privilegiando il potenziamento della creatività alla produttività. Esempio illustre Leonardo Da Vinci, che impiegò più di 10 anni per portare a termine la Gioconda.
Se non siete Leonardo, e le scadenze che incombono vi angosciano, è probabile che a mettervi in crisi non sia tanto l‘incapacità di concentrarvi o la scarsa determinazione, quanto piuttosto un mix velenoso di perfezionismo e bassa autostima.
Procrastinare diventa in questo caso una strategia per allontanare da sé l’emozione negativa di un potenziale fallimento: un sollievo momentaneo che però innesca un circolo vizioso di stress e senso di colpa.
Vi riconoscete in questo ritratto? Sappiate che appellarvi alla forza di volontà o a una programmazione più stringente serve a poco, come tutti i rimedi che curano i sintomi e non le cause.
Lavorare sulla consapevolezza di sé e sul controllo delle proprie emozioni è senz’altro la via maestra nel lungo periodo. Nel breve potete provare ad adottare qualche stratagemma: se la mole dei progetti che avete di fronte sul lavoro vi incute ansia e timore, provate a scomporli in una miriade di piccole azioni da affrontare una alla volta; concentratevi sull’esecuzione concreta del singolo passo; imparate a gestire l‘ansia e le emozioni negative in dosi omeopatiche, per poi alzare piano piano l’asticella.
Farcela da soli vi sembra impossibile? Allora non perdete tempo: contattateci!