L’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), con l’introduzione degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), ha segnato un punto di svolta nel mondo della rendicontazione aziendale.
Non si tratta di un semplice aggiornamento normativo, ma di un vero e proprio cambio di paradigma che spinge le imprese a integrare la sostenibilità nel cuore della loro strategia e della loro comunicazione.
In un’epoca in cui l’urgenza climatica e le sfide sociali sono sotto i riflettori, la trasparenza non è più un’opzione, ma un’esigenza.
Gli ESRS sono la risposta a questa necessità, fornendo un quadro di riferimento standardizzato che va ben oltre i precedenti approcci, come quelli della Direttiva sulla Dichiarazione Non Finanziaria (NFRD).
Dal "Cosa Fai" al "Come e Perché": la nuova frontiera del reporting
Gli ESRS rappresentano un’evoluzione significativa rispetto alla NFRD, che era spesso vista come un esercizio di conformità con un’informativa generica e poco comparabile.
Il salto qualitativo sta nella transizione da una logica descrittiva a una logica di integrazione strategica.
Le aziende non dovranno più limitarsi a dichiarare in modo generico le proprie politiche ambientali o sociali, ma dovranno spiegare:
- Le politiche: quali politiche e strategie sono in atto per affrontare le questioni di sostenibilità.
- Le azioni: quali misure concrete e azioni sono state intraprese.
- Gli obiettivi: quali obiettivi specifici, misurabili e a tempo sono stati fissati.
- Le metriche: quali indicatori di performance (kpi) vengono utilizzati per misurare i progressi verso gli obiettivi.
Questo approccio strutturato, noto anche come “Policy, Action, Target, Metrics” (P-A-T-M), garantisce che la rendicontazione sia non solo completa, ma anche orientata al futuro e basata su dati concreti e verificabili.
La Doppia Materialità: la lente attraverso cui vedere la realtà
Il concetto di doppia materialità è il fulcro di questa rivoluzione e la principale novità che distingue gli ESRS dai framework precedenti. L’EFRAG impone alle aziende di considerare due dimensioni interconnesse:
- Materialità d’Impatto (Impact Materiality): l’impatto che l’azienda ha sulle persone e sull’ambiente. si tratta della prospettiva “dall’interno verso l’esterno” (inside-out), che valuta gli effetti, positivi o negativi, delle attività aziendali sulla società e sul pianeta. ad esempio, l’impatto delle emissioni di carbonio, dell’inquinamento idrico o delle condizioni di lavoro lungo la catena del valore.
- Materialità Finanziaria (Financial Materiality): l’impatto dei fattori di sostenibilità sui flussi di cassa, sulla performance finanziaria e sulla posizione dell’azienda. Questa è la prospettiva “dall’esterno verso l’interno” (outside-in), che considera come i rischi e le opportunità legati alla sostenibilità (come i rischi climatici, la reputazione, o le nuove normative) possano influenzare la solidità finanziaria dell’impresa.
L’adozione della doppia materialità significa che un’impresa deve rendicontare su una questione di sostenibilità se questa è considerata “materiale” da almeno una delle due prospettive. Questo approccio garantisce una visione olistica del rischio e del valore, spingendo le aziende a non limitarsi a mostrare un’immagine superficiale di sostenibilità, ma a integrarla strategicamente nella loro gestione del rischio e nella ricerca di opportunità di business.
Oltre la rendicontazione, la catena del valore come protagonista
Un’altra novità cruciale è l’estensione dell’obbligo di rendicontazione all’intera catena del valore (a monte e a valle). L’EFRAG riconosce che l’impatto di un’impresa non si limita alle sue operazioni dirette, ma si estende ai fornitori, ai clienti e ad altri attori.
Questo implica che le aziende dovranno:
- Raccogliere dati: interagire con i propri partner commerciali per raccogliere informazioni sulle loro performance ESG.
- Valutare i rischi: identificare e gestire i rischi legati alla sostenibilità presenti nella catena di approvvigionamento (come le violazioni dei diritti umani o l’impatto ambientale).
- Creare un effetto a catena: le grandi aziende che rientrano nell’obbligo spingeranno le loro piccole e medie imprese fornitrici a migliorare i loro standard di sostenibilità e, di conseguenza, la loro capacità di rendicontazione.
Questo effetto a catena trasformerà l’intero ecosistema aziendale, spingendo anche le PMI, che non rientrano nell’obbligo diretto, a prepararsi e a dotarsi degli strumenti necessari per una rendicontazione efficace.
Perché scegliere gli ESRS: un vantaggio competitivo inarrestabile
Per le aziende che si trovano ad affrontare l’obbligo degli ESRS, il cammino può sembrare arduo, ma i benefici strategici sono innegabili e superano di gran lunga i costi iniziali. Per quelle che non rientrano nell’obbligo, l’adozione volontaria o la preparazione proattiva rappresentano una scelta lungimirante.
Accesso privilegiato al capitale: il mondo della finanza, sempre più orientato alla sostenibilità (finanza “ESG”), premierà le aziende che offrono una rendicontazione chiara e verificabile.
Gestione proattiva dei rischi: l’analisi approfondita richiesta dagli ESRS permette di identificare e mitigare in anticipo i rischi operativi, reputazionali e finanziari legati a fattori ESG.
Miglioramento della reputazione: la trasparenza e la dimostrazione di un impegno concreto verso la sostenibilità rafforzano la fiducia di investitori, clienti e dipendenti.
Preparazione al futuro: il quadro normativo è in continua evoluzione.
Prepararsi agli ESRS significa essere pronti per le sfide future e posizionarsi come leader in un’economia che premia la responsabilità.
Dal "Greenwashing" al "Green Fact"
In passato, il “greenwashing” era un rischio concreto, con aziende che si limitavano a comunicazioni di facciata senza un reale impegno.
Gli ESRS, con la loro struttura dettagliata, l’obbligo di verifica esterna e il principio della doppia materialità, sono progettati per porre fine a questa pratica.
La rendicontazione non è più un mero esercizio di marketing, ma un’autentica dichiarazione di fatti, un “green fact“.
Le aziende che abbracceranno appieno lo spirito di questi standard non solo adempiranno a un obbligo normativo, ma si posizioneranno per prosperare in un futuro in cui il valore economico e la responsabilità sociale e ambientale sono indissolubilmente legati. La rivoluzione della rendicontazione di sostenibilità è solo all’inizio, e la capacità di affrontarla con preparazione e lungimiranza determinerà il successo delle imprese del prossimo decennio.
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